Un interessante articolo del 7 aprile 2015 dell'ADN Kronos http://www.adnkronos.com/sostenibilita/tendenze/2015/04/07/strani-avvistamenti-fascicolo-della-forestale-dedicato-gnomi-fate-dei-boschi_0NX5pIz06icAmQ3d2sYsgK.html
"Gnomi, fate, elfi, orchi e streghe. Personaggi che popolano fiabe e
leggende della tradizione, ma anche i boschi di una zona ben precisa del
nostro Paese. Fantasia o realtà? L'Adnkronos ha scovato un fascicolo,
custodito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e aperto quasi 15
anni fa, che reca la dicitura “Gnomi e fate dei boschi”. Una cartellina
verde del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – Corpo
Forestale dello Stato che contiene informazioni, segnalazioni, materiale
fotografico che riguarda esattamente quello che il suo titolo evoca:
avvistamenti stranamente concentrati in un'area ben precisa, l'Appennino
tosco-romagnolo, con alcuni suoi comuni, come San Piero in Bagno e
Bagno di Romagna.
Abbiamo guardato dentro quel fascicolo. Il suo contenuto? In alcuni
casi fa sorridere, in altri no. Inquieta la fotografia scattata da G.F.,
banchiere di Cesena, in viaggio di notte con la moglie per raggiungere
la sua baita all'interno della Foresta della Lama, nell'Appennino
forlivese. Costretto a fermare l'auto e a scendere dalla vettura per
montare le catene da neve ha visto “qualcosa”, un essere dalla sembianze
umane, carponi e intento a mangiare neve.
La sua fotografia, nel fascicolo della Forestale è classificata come
“elfo” per via delle orecchie allungate che si intravedono. La foto è
sfocata, il negativo mai consegnato, ma secondo alcune fonti "il
testimone sarebbe una persona seria e attendibile". Che poi quello sia
proprio un elfo, tutto da dimostrare. C'è chi invece è convinto che si
tratti di un poltergeist, lo spirito di un ragazzino morto anni prima
ucciso da un mugnaio e che si aggira senza pace nella zona.
Fa sorridere, invece, il verbale di dichiarazioni spontanee datato 2
agosto 2001, raccolte nel Comando Stazione Bagno di Romagna da
ufficiali e agenti del Cfs che hanno ascoltato e messo nero su bianco il
racconto del signor Pierluigi Ricci il quale, all'interno del Parco
dell'Armina, mentre si apprestava a bere alla fonte, avvistava “un
essere alto circa 25 centimetri che ritengo essere uno 'gnomo' dei
boschi”.
E ne fornisce una descrizione “da manuale”, anche troppo: sembianze
umane e abbigliato con casacca azzurra, pantaloni marroni, stivali di
pelo beige, cappello rosso e barba bianca. Il tradizionale gnomo,
insomma, proprio come quello che nell'area ha dato un volto al Sentiero
degli Gnomi e al Bosco di Gnomo Mentino, che attirano ogni anno migliaia
di visitatori. Perché sulla scia della moda dello gnomo è nato tutto un
turismo, con pacchetti dedicati e con i suoi gadget, sul modello del
turismo magico o di fantasia tipico dei paesi nordici.
Gli gnomi, però, in questa zona popolano i racconti e, in alcuni
casi, i ricordi di tante persone, anche degli anziani che non si
interessano di marketing e di turismo e per i quali gli Appennini sono
pieni di mostri, draghi, fate, orchi e santi.
Avvistamenti ce ne sono sempre stati e racconti di “fenomeni strani”
nei boschi, che si tatti di presenze, misteriose combustioni di alberi o
di luci, perché lo gnomo "potrebbe essere la rappresentazione sensibile
dello spirito del bosco - spiega all'Adnkronos Stefano Cazora, capo
ufficio stampa del Corpo Forestale dello Stato e autore di un libro,
"Luoghi della meraviglia", dedicato agli itinerari del fantastico in
Italia - se il bosco ha una sua forma di intelligenza, stando ad alcuni
studi scientifici, a questa potrebbe corrispondere una forma di
spiritualità semplice di cui lo gnomo è rappresentazione".
Ma perché in caso di avvistamento si va alla Forestale? "Alla
Forestale arrivano segnalazioni di tutti i generi, in questo caso allo
gnomo si associa un guardiano della natura così come al Cfs si riconosce
il ruolo di tutela ambientale", aggiunge Cazora.
Gnomi dell'Appennino, fate nel casentino, streghe al centro e al
sud: per chi volesse tentare l'incontro, questa è la geografia da tenere
presente. Meno chiaro il metodo, che potrebbe variare da persona a
persona, ma una regola di base c'è: secondo gli esperti bisogna imparare
a guardare verso il basso, immedesimarsi negli elementi naturali,
liberarsi della sovrastrutture culturali. Perché - sempre secondo gli
esperti - gli gnomi ci sono, siamo noi che non li vediamo."
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